TRE SPUNTI SULLA MANIFESTAZIONE ROMANA

È passata poco più di una settimana dalla manifestazione di Roma. Ho aspettato un po’ per scrivere questo articolo, perché dopo gli scontri e i disordini volevo vedere come avrebbe reagito l’opinione pubblica e su cosa si sarebbe centrato il dibattito. È andata esattamente come mi aspettavo. Tre riflessioni.

1) La manifestazione di sabato è diversa dalle altre: è una manifestazione mondiale (se non sbaglio le città interessate erano 82) di giovani, di una marea di giovani che scendono in piazza per ideali comuni. È un fatto politico di straordinaria rilevanza. È la dimostrazione di quanto nell’epoca della rete la parola “confine” stia diventando obsoleta.

2) Contenuti: «Le forme di auto rappresentanza avanzate dagli indignados, così come le modalità delle loro proteste, che devono rimanere nell’alveo della non violenza, possono essere distanti da noi e dalla nostra cultura, ma poi quando si arriva alle proposte di contenuto: dalla tobin tax all’economia verde, dalla proprietà pubblica dei beni comuni a una riforma fiscale capace di redistribuire la ricchezza verso le grandi fasce di popolazione che in questi anni si sono impoverite, così come sull’istruzione pubblica, il salario di cittadinanza ed un lavoro degno di questo nome, ci accorgiamo che le distanza non sono così lontane da noi. Anzi». Questo passaggio dei parlamentari PD Vita e Nerozzi andrebbe scolpito su pietra e tenuto bene a mente da tutto il centrosinistra. Ci dice che questi ragazzi portano avanti sacrosante battaglie di progresso e giustizia sociale, che parlano fondamentalmente di quella che deve essere la bandiera dei progressisti del mondo: l’equità. La destra ha detto al mondo che la disuguaglianza è un fatto politicamente accettabile, noi dobbiamo dire che per noi è l’esatto opposto. E allora, se oggi questi ragazzi non vedono la politica come una cosa utile per perseguire questi obiettivi, la politica non deve disinteressarsene o snobbarli, ma al contrario deve mettersi subito al lavoro su queste cose. Non mi aspetto che lo faccia l’attuale governo, ma per il prossimo, auspicabilmente progressista, questi argomenti saranno la sfida più importante. Per questo bene ha fatto l’Organizzazione nazionale dei Giovani del PD ad annunciare, per bocca del segretario Raciti, la partecipazione alla manifestazione.

3) Purtroppo, di tutte queste cose non si è parlato un minuto. Si è parlato di delinquenti comuni che hanno sfruttato la giornata per mettere Roma a ferro e fuoco. Al di là dell’impressionante malafede di chi, contro ogni evidenza, sostiene che questi teppisti siano il naturale sbocco di questo movimento, quando quasi tutti i media hanno mostrato che i manifestanti veri hanno tentato di isolarli e contrastarli, purtroppo questi idioti hanno oscurato una delle più grandi manifestazioni degli ultimi tempi.

Da copione il richiamo del Ministro Maroni alle legge speciali, mentre non mi aspettavo quella della garanzia patrimoniale per manifestare, una delle proposte più sfacciatamente incostituzionali che io abbia mai sentito. Ecco, sinceramente non pensavo si potesse arrivare a tanto. Morale: sabato è stata una giornata bruttissima. Potevamo parlare di giovani, di giustizia sociale, di equità. Abbiamo parlato di delinquenti, leggi speciali, manifestazioni solo per chi può permettersele.

Non per questo bisogna mollare o scoraggiarsi. Tutti i giovani devono continuare a battersi per queste cose. Dei delinquenti si devono i tribunali. Ma la politica deve occuparsi delle esigenze che quei ragazzi hanno portato in piazza sabato. Presto, subito.

giacomo galazzo

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