INTERVISTA AD ANDREA DI SORTE

Lo scorso lunedì sera, in occasione di un incontro dell’Associazione culturale “Progetto Pavia”, abbiamo avuto l’occasione di incontrare e intervistare Andrea Di Sorte. Classe 1983, Presidente dei Giovani Amministratori degli enti locali, blogger del PdL e ideatore dell’hashtag #formattiamoilPdL. Ecco cosa ci ha raccontato sul suo progetto e sulla situazione italiana attuale.

Rottamare e formattare. Pd e PdL. I giovani esponenti dei due maggiori partiti italiani mostrano un atteggiamento che supera nettamente lo spirito critico e assume quasi i toni di una “guerra civile”. Formattando si cancella tutto. Nel PdL è tutto da buttare?

«Un conto è formattare, un conto è rottamare. Sin da subito abbiamo detto che siamo contrari alla rottamazione perché si rottama un ferro vecchio, un catorcio e non le persone. Quelle vanno rispettate: giovani o anziane che siano. Però è indubbio che il nostro movimento politico ha bisogno di un nuovo sistema operativo. Magari partendo da un backup delle cose positive fin qui realizzate».

Alcuni tuoi cinguettii apparsi su Twitter vogliono assumere toni provocatori: “chi non usa Twitter non può fare dirigente nazionale. Chi non ha nemmeno Fb incandidabile”. Che ruolo hanno i social network nella rottamazione di un partito? Sono veramente fondamentali o servono solo ad attirare consensi e cavalcare l’onda?

«Diciamo che molti di noi che stanno quotidianamente in rete hanno la necessità di risposte, contenuti e materiali da chi riveste ruoli chiavi nel PDL. Purtroppo questo non avviene. Non si ha un partito 2.0 se si ha un account twitter. Si è “social” se si condividono idee e progetti. I nostri parlamentari dovrebbero impegnarsi di più, perché non riescono a generare opinione in internet».

 In Italia tutti trattano i problemi dei giovani, ma ne parlano e basta. Invece, servono azioni concrete. Tu, giovane amministratore, cerchi di portare in alto la causa dei giovani, proponendo di rottamare e svecchiare un partito con un’età media tutt’altro che bassa. Noi di UAU magazine abbiamo ripetuto più volte: la scarsa fiducia nei giovani è la peggior scelta possibile per ogni società e in ogni tempo. Qual è il tuo impegno concreto verso questi aspetti nel tuo ruolo politico e amministrativo?

«Parlare sempre di giovani è complicato. Io non rivendico quote, non chiedo spazi. Dico solo: lasciateci giocare le nostre carte, vogliamo prender parte alla partita con una maglia da titolare non stare in panchina a fare tutti i 90′ il riscaldamento». 

Piazza Pulita, Ballarò, Servizio Pubblico etc. sono spesso tuoi bersagli. Pensi che la politica in televisione abbia ormai passato il segno e lasciato la palla al web, oppure credi ancora al dibattito tv, ma impostato diversamente?

«La scorsa settimana mi sono “violentato” a guardare più trasmissioni possibili. E ho constatato che sono quasi tutte uguali: stessi ospiti, stesse domande, stesse inchieste. Poche sono le puntate entusiasmanti che ti lasciano qualcosa. Meglio il web che ti offre il massimo dell’interazione con la chat. La Tv ormai si è standardizzata, nonostante rimanga per le famiglie la fonte primaria di informazione. Ma non sarà così per sempre».

Primarie parlamentari, modello realizzabile in astratto, stante questa legge elettorale e la difficoltà di cambiarla nell’immediato? È possibile attuarle oggi nel Pdl?

«Fine settimana a Frosinone ci saranno le prime primarie per la scelta del candidato sindaco.È un ottimo inizio. Ma si deve far di più. Auspico una riforma della legge elettorale (che tra tutto è comunque il male minore, il problema vero è l’arretratezza dei partiti ed un sistema istituzionale vecchio decrepito). Si dovrebbe andare verso il modello spagnolo: piccoli collegi e primarie obbligatorie per i partiti per scegliere candidati. Ad ogni collegio spettano un tot numero di seggi con sbarramento alto del 5% (perché va salvaguardato il bipolarismo). Così la gente ha un contatto maggiore col proprio parlamentare».

Liberalizzazioni e scontri dei tassisti, aumento della pressione fiscale prima di effettivi tagli alla cosa pubblica e a provvedimenti per lo sviluppo, Movimento dei Forconi in Sicilia… Monti ne è il primo responsabile o la sola punta dell’iceberg? Siamo sull’orlo della deriva?

«La deriva è vicina, ma io credo molto nell’Italia e negli italiani e vedrai che ce la faremo. I forconi sono solo una parte delle categorie che si dicono di rappresentare, ma non vanno sottovalutati perché dicono cose di buon senso. D’altra parte non si può pensare di cambiare le cose solo con politiche di rigore, ce lo ha ricordato di recente la BCE: il problema principale è l’occupazione giovanile. Se non si investe in tal senso la deriva arriverà molto presto. Ma sono un inguaribile ottimista e credo che alla fine tutto si risolverà: le crisi sono cicliche e solo dopo le crisi ci sono le crescite».

Che esito speri possa avere l’iniziativa che stai portando avanti? Quale futuro per i giovani nel partito?

«Il futuro che meritano: se saremo bravi avremo un grande futuro, se invece saremo meno bravi vivremo sempre all’ombra di qualcun altro. Il futuro non ce lo regala nessuno, spetta a noi prendercelo, se aspettiamo alla finestra vediamo passare solo gli altri, noi rimaniamo dietro. Per questo a tutti ripeto sempre: credete nella politica, nell’amicizia, nel volontariato, nella famiglia. In ogni cosa c’è un pezzo di politica»

  

fabio lunghi
lorenzo meazza

 

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