BAMBOCCIONI? NON SAPETE COSA VI PERDETE

da Uau Magazine di Aprile 2010

«Loreeeenzo, ma a che ora sei tornato ieri notte?»; «Sei arrivato di nuovo tardi, la cena è fredda ormai». Ebbene sì, senza cadere nella facile retorica tipicamente pavese che si crogiola nel citare le canzoni del proprio beneamato Max Pezzali, la cui madre gli ripeteva ossessivamente «questa casa non è un albergo» (cavolo, ci sono cascato pure io…), solo chi davvero ha fatto il grande passo di uscire di casa può realmente comprenderne il fascino. L’Italia, invece, resta un paese di bamboccioni, che il Brunetta di turno vorrebbe sdoganare con una mancia, e che preferiscono il caldo seno materno e gli agi portati dalla domus paterna rispetto a un minimo di indipendenza. Chi lascia la strada vecchia per quella nuova…, è ciò che pensano i mammoni coccolati e straviziati, ma spesso è l’Università che costringe a iniziare una vita più autonoma e dare finalmente scacco a un cordone ombelicale sempre più robusto e difficile da spezzare.

Gli inizi, magari, potranno sembrare orribili, ma forse di orribile c’è solo la prospettazione dei primi momenti: dovrò farmi la spesa, cucinare, lavare i piatti e persino i vestiti; aiuto, in poco tempo mi tramuterò nella brutta copia di Cenerentola, in attesa del proprio “princeps ex machina”! Invece non è così, anzi. I vantaggi dell’abbandono della casa natale sono molti di più degli svantaggi e non conosco una sola persona che prenderebbe in minima considerazione l’idea di tornare indietro. Ogni pasto si trasformerà in un evento, magari non condito da quella deliziosa salsina che solo mammà sa fare, ma da un mucchio di amici coi quali si scopriranno e condivideranno diversi sapori e usanze culinarie, che potremo anche andare sfoggiando fieri e pretenderemo di instaurare dittatorialmente anche nella casa base. Per il lavare i piatti, poi, basterà accordarsi: c’è chi porterà da mangiare, chi da bere e chi, come quando non si paga al ristorante, dovrà darsi da fare con detersivo e spugna; a voi la scelta. Anche fare la spesa, se si prenderà di buon buzzo, non sarà mica un immane sacrificio e si potrà anche rischiare di rimorchiare, facendo il “salame” in coda al reparto affettati (che non possono mai mancare in frigo anche per questo motivo).

Poi potremo finalmente provare tutte quelle schifezze viste in pubblicità che in casa non si trovano mai, o delle quali tua sorella, prima che tu possa metterci le grinfie sopra, ha già fatto incetta. Potremo fare quello che ci pare, tra le mura domestiche e, se consenzienti, anche un pelo oltre il limite della legalità, senza dover per forza asciugarci i capelli dopo la doccia; l’amore in macchina sarà una scelta e non una necessità. Il coprifuoco dovrà essere rispettato solo ed esclusivamente in caso di un provvedimento di un giudice (ahivoi!) e gli orari saranno regolati solo dalla vostra coscienza, o da quello che ne rimarrà dopo le citate cene. Il letto, chi te lo costringerà a rifare, dato che ogni sera (a parte quelle in cui troverai una diversa e più “calda” dimora) dovrai ridisfarlo? Certo, poi quando sventura vuole che i tuoi passino casualmente a trovarti, mentre in realtà trattasi di piano prestabilito per monitorare ogni singolo centimetro del tuo loculo, scatterà uno stato di emergenza che nemmeno Bertolaso sarebbe in grado di scongiurare. Quando, invece, tornerete a casa per ricorrenze o anche solo per fare felici i genitori, verrete accolti con le pietanze più succulente e prelibate, preparate apposta per il figliol prodigo. Insomma, provare per credere! Non rimarrete delusi e infine, ricordate, la mamma è sempre la mamma e se nel week end le porterete qualche calzino sporco da lavare, lei provvederà sempre e comunque con un sorrisone sulle labbra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *