NON È UNA CITTÀ PER VECCHI

di Pablo Colturi

Quante volte vi siete fermati ad osservare un vecchietto tentare l’eroica impresa di un attraversamento stradale a Pavia, o peggio a Milano? Vi aiuto a ricordare: il vecchietto procede particolarmente lento ma tranquillo durante l’intero pezzo di strada da superare, tutto procede ottimamente fino a quando arrivato in prossimità del marciapiede-salvezza, un altissimo gradino rovina tutto, il vecchietto si guarda in torno cercando una via d’uscita, ovviamente non la trova. Ecco bene: i gradini, maledetti gradini, chi mai ha inventato questo oggetto perverso e ostile allo sviluppo della vita? Ecco, in questo articolo voglio finalmente dare voce a tutti quelli che almeno una volta, perché con la gamba ingessata o perché dovevano accompagnare il nonno a comprare le siga, hanno pensato “maledetto gradino di *****”.

Arrivati a questo punto vorrei richiamare l’attenzione sulle strade del centro: quanto è bello passeggiare per il centro di Pavia? Molto! Quanta gente passeggia lungo corso Garibaldi? Molta! Quanta gente passeggia per viale Campari? Nessuno. Come nessuno? Sarà mica perché in centro non ci sono marciapiedi, gradini, strade trafficate, sarà mica perché è tutta zona pedonale? No, è per quello? Certo, immaginatevi la carinissima via Volturno, oggi piena di negozietti, aperta al traffico (a parte il fatto che la metà degli automobilisti rifarebbero la fiancata svoltandoci dentro) sarebbe un altro posto: marciapiedi stretti, asfalto, nessuno ci farebbe una passeggiata, i negozi chiuderebbero, perfino il mitico Pasotti abbasserebbe la saracinesca e andrebbe a lavorare da Unieuro. E allora vi chiederete, dove vuoi andare a parare, vuoi pubblicizzare un’associazione di volontariato per l’aiuto al vecchietto che attraversa?

No, molto meglio: propongo la creazione di nuove zone pedonali nei differenti quartieri di Pavia. Così facendo ogni quartiere avrebbe la sua piccola zona dove fare acquisti, si ridurrebbe l’odiosa dipendenza dal “prendo la macchina, parcheggio la macchina, entro al Carrefour, compro al Carrefour, riprendo la macchina, ricerco parcheggio par la macchina”, cavolo neanche mi ci fossi sposato! Pensate agli universitari che non hanno neanche l’auto o agli anziani che non la possono più guidare, pensate al grido di dolore che lancia il portafoglio dopo un pieno. La qualità della vita salirebbe, insieme al valore delle case, i negozi e i bar spunterebbero come funghi un po’ ovunque. Saremmo tutti più in forma, più ricchi e più felici, ne sono certo.

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