QUELLO CHE LA SPAGNA CI INSEGNA

Non ci sono dubbi sul fatto che sia un periodo complesso per l’Europa e il mondo in generale e non ce ne sono nemmeno sul fatto che la Spagna stia attraversando difficoltà superiori a quelle di altre Paesi europei, tanto da essere inclusa da anni, ormai, all’interno della canzonatoria sigla anglosassone P.I.G.S. (Portugal, Ireland, Greece, Spain; ma ne esiste anche una nuova versione P.I.I.G.S. che vedrebbe Portugal, Ireland, italy, Greece, Spain), eppure ha ancora qualcosa da insegnarci. Proprio ieri il premier Zapatero ha sciolto formalmente le Camere in vista delle elezioni anticipate che si terranno il 20 novembre e ha reso pubblico che non sarà più candidato a nulla, che una fase della sua vita si è chiusa e che si ritirerà dalla politica attiva a soli 51 anni.

Nessun seggio in parlamento, per non parlare di una ricandidatura alla Moncloa. Nulla. La popolazione ha mostrato chiaramente il proprio dissenso con la sua politica e lui, ex icona della sinistra europea su cui erano state riposte tante, forse troppe, speranze nel marzo 2004, ha deciso di cedere il passo, di ritirarsi, come ogni buon politico dovrebbe fare. Sebbene ora l’immagine di quest’uomo sia indissolubilmente legata alla più grave crisi economica conosciuta dal paese negli ultimi 80 anni, non possiamo dimenticare che è stato lui ad ordinare il ritiro dell’esercito spagnolo dall’Iraq, che è stato lui a portare avanti controverse trattative con l’ETA che, proprio in questi giorni stanno, forse, dando i loro frutti, che è stato lui a legalizzare i matrimoni tra omosessuali, che è stato lui a pensare ad un nuovo programma per la regolarizzazione degli immigrati clandestini.

Sicuramente ha sbagliato in materia economica e in molto altro per perdere l’appoggio dei cittadini che gli avevano rinnovato la propria fiducia rieleggendolo nel 2008, ma ha saputo fare un passo indietro e oggi è qualcosa di difficile da vedere.

ilaria padovan

  1 comment for “QUELLO CHE LA SPAGNA CI INSEGNA

  1. giuse cinetto
    28 settembre 2011 at 16:31

    Magari i nostri politici ne seguissero l’esempio!

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