21 ANNI, DAL QATAR ALL’ETIOPIA PER UN MONDO MIGLIORE

Ogni giorno mi capita di imbattermi in conversazioni sul futuro del mondo e sul fatto che è nelle mani dei giovani. Ma ci sono veramente ragazzi che si stanno occupando di rendere il mondo un posto migliore? L’ho chiesto a 2 giovani che attualmente gestiscono dei comitati nazionali in AIESEC, la più grande organizzazione nel mondo interamente gestita da studenti universitari.

Felice D’Antonio, studente all’Università Napoli Federico II, 21 anni, Presidente di AIESEC in Qatar.

Di cosa ti stai occupando in Qatar? «In Qatar mi occupo di mobilità internazionale del lavoro, ossia opportunità di tirocini presso aziende per ragazzi stranieri che vogliono avere esperienze in Qatar ed inoltre per ragazzi residenti in Qatar di avere la stessa esperienza in giro per il mondo… organizziamo anche progetti di CSR gestiti interamente da studenti su tematiche rilevanti. Tra l’altro quest’anno le tematiche scelte sono Salute & Sport – uno dei problemi principali in Qatar è la cattiva alimentazione e l’abitudine al Fast Food – e Sicurezza Stradale, anche questo uno dei maggiori motivi di morte in Qatar. Inoltre abbiamo il progetto BeingArab, un programma che si propone di aprire le porte al mondo occidentale abbattendo quelle barriere mentali meglio conosciute come pregiudizi. In ultimo ci occupiamo dello sviluppo della Qatar National Vision 2030, con l’organizzazione di un progetto per il Women Empowerment ed il Youth To Economy Forum che lavorano sullo sviluppo dei pillars sulla quale il Qatar ha deciso di costruire il futuro. Tutti questi progetti sono davvero interessanti ed il mio lavoro sta proprio nel gestire e motivare questo fantastico gruppo di ragazzi, multi-etnico, che con grande professionalità e dedizione lavora ai suoi impegni quotidianamente».

Perché hai scelto di farlo? «Questa esperienza per me è stata una vocazione. Prima di tutto penso che i giovani d’oggi, quindi me compreso, si debbano rendere competitivi sul futuro mercato del lavoro partendo da oggi, costruendosi esperienze in grado di esprimere il potenziale che loro hanno e d’altra parte renderli unici. Di questi tempi conoscere una lingua come l’arabo o avere esperienza lavorativa in questa zona del mondo può facilitare parecchio un futuro lavoro o comunque apre molte più strade. In secondo luogo, per me è sempre stato un sogno nel cassetto andare a vivere in “medio-oriente”, l’esperienza culturale che si può vivere in questi paesi è davvero fortissima, ed io credo che tutti nella vita debbano provare qualcosa del genere e mettersi in discussione, possiamo dire anche che mettermi in gioco e discussione è la base di questa mia scelta».

Elena Gaffurini, studentessa a Milano Cattolica, 22 anni, Presidente di AIESEC in Etiopia.

Di cosa ti stai occupando in Etiopia? «Mi occupo di gestire la sede etiope della più grande organizzazione internazionale di studenti universitari per dar loro l’opportunità di andare all’estero per esperienze professionali di stage nelle aziende partner di AIESEC nei 110 Paesi dove siamo presenti e poi ci occupiamo di sviluppare progetti internazionali per lo sviluppo della comunità etiope, con focus particolare sulle tematiche dell’educazione e del women empowerment. Gestisco un team internazionale di 5 persone che vengono da Repubblica Ceca, Ghana, Uganda e Italia».

Cosa ti ha spinto ad impegnarti in un Paese così lontano? «Ho scelto di farlo perché volevo vivere un’esperienza internazionale dopo aver collaborato con molte organizzazioni di volontariato in Italia e aver lavorato alle Relazioni Pubbliche per AIESEC Italia. Mi mancavano pochi esami per finire l’università e ho pensato fosse il momento giusto per vivere in un contesto totalmente diverso dal mio. Inoltre, nel corso della mia esperienza in AIESEC ho capito che il mio punto di forza maggiore è trasmettere passione per un sogno e costruire dove prima non c’era nulla. E cosi ho pensato che l’Etiopia fosse il posto giusto per mettermi alla prova».

Perché AIESEC? «Ho scelto AIESEC e non un’altra delle tante organizzazioni con cui avrei potuto far progetti all’estero perché è guidata interamente da giovani che hanno voglia di fare e di crescere. È un’organizzazione dinamica e in continua crescita e soprattutto è un ambiente dove conta molto saper sognare, perché l’organizzazione ti dà tutti gli strumenti per trasformare i propri sogni in realtà.
Mi sono messa in gioco con AIESEC perché parla di leadership e di valori, impatto positivo nella società ed è quello per cui effettivamente lavoro ogni giorno. E credo che ciò di cui ha più bisogno oggi la nostra società, italiana e globale, siano leader con principi etici».

Se potessi dire qualcosa ai tuoi coetanei italiani… «Vorrei invitare tutti i ragazzi universitari a vivere la carriera accademica come un bel viaggio nel corso del quale sta solo a noi decidere come renderlo ricco e indimenticabile. E penso che AIESEC sia una delle tappe migliori da fare il più presto possibile. Invito tutti a non fermarsi solo allo studio e agli esami ma a prendersi delle responsabilità, mettersi in gioco e provare a cambiare, concretamente, quello che non ci piace. E poi viaggiare, perché scoprire un altro paese è il modo migliore per capire meglio il proprio. E non lasciatevi spaventare, si può fare tutto insieme, esami, viaggi, leadership, progetti. Si tratta solo di sapersi organizzare e dar le giuste priorità alle cose».

Evidentemente, non ci si iscrive all’università solo per studiare, se ci si impegna, si possono raggiungere i risultati sperati.

Nelle nostre mani non c’è il futuro, ma il PRESENTE.

 

giuseppina cuccurullo

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