REDUCI DALL’HALLOWEEN PRESI BENE?

Che vi siete persi ad Halloween lo scorso 26? Halloween? Ma non è il 31? Perché il 26? Perché se siete abituati alle solite feste di halloween, a base di zucche intagliate, ragnatele finte appese al soffitto e l’ultima di Bob Sinclar a fare da sfondo, beh, siete fuori strada. Dimenticatevi anche quelle festicciole scrause in cui è caldamente consigliato il travestimento, ma alla fine ci si ritrova in mezzo a orde di giangi in camicia e pashmina arrotolata al collo e i poveri 4 gatti che si son sbattuti per mascherarsi finiscono per fare anche la figura degli sfigati.

Quei geni del male dei 100% Piglia Bien non lasciano mai nulla al caso, e a sto giro hanno sfoderato tutta la cattiveria che si addice ad un Halloween party degno del loro nome. A cominciare da una location che aveva tutte le credenziali per diventare una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro: il Dancing Antares.

Sì, la stessa cornice che nel 2009 aveva ospitato un altro party passato alla storia, manco a dirlo sempre targato Presi Bene, che aveva visto come protagonisti indiscussi i Crookers, duo tutto italiano che ormai anche i cartelli stradali conoscono e apprezzano, i quali avevano fatto sudare qualcosa come 2.000 universitari in una serata tanto calda dentro quanto innevata come Aspen fuori.

Ma torniamo al presente. E il presente ha due nomi: Salmo e The Subs, entrambi protagonisti di due live performance di altissimo livello, a cui in Italia ma anche all’estero difficilmente si può assistere spendendo soli 10 euro. Il primo, classe ‘84 nato e cresciuto nella terra del pane carasau, è un rapper, beat maker e writer coi controca**i (e scusate il francesismo). Il suo live è stato un esplosione di grinta e carattere, i tappeti ritmici variano dal metal, drum n’ bass, dubstep, rock n’ roll, ai beats pesanti che riportano al sapore del rap anni ‘90. È innegabile, in molti erano lì per lui e si sono fatti sentire alla grande scandendo parola per parola ogni suo pezzo. Per i secondi, non credo ci sia bisogno di molte presentazioni. Il trio Belga, reduce da una performance ormai storica al COACHELLA gode ormai di ampi consensi sulla scena già da diversi anni e la loro performance sferra il colpo di grazia alla serata, che sfocia in un tripudio di bassi roboanti e synth marcissimi tutto condito in salsa techno.

Non c’è stato un attimo di tregua, le transenne traballano e quando un membro del trio è finito a cantare letteralmente in mezzo al pubblico in equilibrio (precario) su di una piattaforma circolare di legno sostenuta da aitanti uomini della security, l’ambiente si è gasato alle stelle, prossimo al giudizio universale. Il tutto arricchito prima, dopo e durante dall’ormai consolidato sound dei padroni di casa, nell’ordine: la old school di Magnum Pavai che apre le danze, il live di Brodo, che fonde batteria e percussioni suonate dal vivo all’interno di un coloratissimo dj set e in chiusura il ruvido Butter che manda a casa felici e contenti anche i più instancabili a suon di mazzate.

Dicevamo che nulla è stato lasciato al caso. Un’altra chicca della serata degna di nota si è trovata all’ingresso. È il Sugga Stage. Un fuoristrada corazzato marchiato RedBull (si può dire?!) con un impianto di tutto rispetto, su cui si sono alternati local heroes provenienti dalle realtà provinciali meno pettinate del nord Italia. Rendiamo dunque merito anche a quei disagiati dei Radioattivo Crew, Akka 3 Connection, Milk & Mint e Tanta Roba djs che hanno fatto saltare centinaia e centinaia di partyharders in coda infreddoliti che fremevano per entrare al fattaccio dell’anno. E fattaccio fu.

Se eravate presenti, chevvelodiciamoaffare? Se così non fosse, beh, non vogliamo svelarvi più nulla, abbiamo già detto troppo. Prima di mangiarvi le mani, fatevi con calma una bella carrellata delle foto della serata (e dei video che seguiranno) e vedrete che non vi raccontiamo balle.

 

gianmaria guzzon

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