CHIUSURA OSPEDALI PSICHIATRICO GIUDIZIARI – INTERVISTA A DANIELE BOSONE

In primissima fila nell’inchiesta parlamentare che ha portato alla previsione di chiusura degli OPG (ospedali psichiatrico giudiziari, gli eredi dei manicomi criminali, per intenderci) entro il 31 marzo 2013, il Senatore e Presidente della Provincia di Pavia Daniele Bosone del Partito Democratico si è battuto fin dall’estate del 2008 per restituire una patina di umanità a una pagina oscura e tetra della nostra storia democratica. UAU magazine ha raccolto quanto emerso nell’intera indagine e che ha portato risultati davvero sconvolgenti con questa intervista in esclusiva.

Senatore, innanzitutto, cosa l’ha spinta a occuparsi del problema OPG?

«Stavamo conducendo un’inchiesta sui Servizi Psichiatrici Territoriali e mi è arrivata una segnalazione preoccupata sulla situazione dell’OPG di Barcellona Pozzo di Gotto. Abbiamo organizzato un sopralluogo a sorpresa che ci ha lasciato davvero “basiti” per le condizioni in cui abbiamo trovato i detenuti/pazienti. Da qui è partito un ramo d’inchiesta “ad hoc” sugli OPG che in due anni ci ha portato alla loro chiusura. Un risultato straordinario».

Come si è svolta l’inchiesta e cosa ha fatto emergere?

«Abbiamo visitato a sorpresa tutti e sei gli OPG, anche più di una volta perché volevamo renderci conto se le condizioni che di volta in volta ponevamo venivano rispettate. All’inizio tutti pensavano alla solita Commissione Parlamentare che passava in visita, si indignava e poi tutto finiva in niente. Invece siamo rimasti senza sosta sul pezzo, io il mio collega Saccomanno e il Presidente Marino. Abbiamo usato i poteri straordinari inquirenti e prescrittivi tipici della Commissione d’Inchiesta e siamo arrivati fino ad ordinare la chiusura di intere ali di queste assurde sentine di inciviltà come a Barcellona oppure a Montelupo Fiorentino o ad Aversa, le situazioni di gran lunga peggiori che abbiamo trovato all’inizio». 

Quali scene, condizioni e storie si è trovato di fronte?

«Il filmato che abbiamo girato nei diversi OPG rende solo parzialmente l’idea. Manca la visione d’insieme, mancano gli odori. Vedere dal vivo queste strutture spesso fatiscenti, che nulla hanno a che vedere con gli ospedali e che spesso sono anche peggio dei carceri normali, è molto peggio. Un’esperienza che mi ha lasciato sgomento perché non pensavo si potessero trovare condizioni di vita così infime in un paese civile. Lì si dovrebbe curare la gente, invece la si abbruttisce ulteriormente. E quel che è peggio molti pazienti che hanno commesso reati anche lievi vengono dimenticati lì per anni  e nessuno più se ne fa carico. L’abbandono umano, alla fine, colpisce ancora di più dei bagni che non funzionano, dei vetri rotti, dei medici che non ci sono, delle contenzioni incontrollate, della assoluta mancanza di intimità e della assoluta promiscuità in cui convivono pazienti con malattia mentale».

Anche se l’art. 27 della Costituzione stabilisce che solo le pene e non anche le misure di sicurezza debbano tendere alla rieducazione del condannato e che solo le prime non debbano consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, la dottrina ha escluso questo doppio binario e allargato tali garanzie costituzionali anche alle seconde. In che misura vengono rispettati tali principi negli OPG? Come riuscire a garantirne l’applicazione?

«Negli OPG abbiamo trovato anche medici attenti (molto pochi comunque) e agenti di custodia molto umani e disponibili. E ciò è positivo. Ma in generale le misure di sicurezza prevalgano di gran lunga sulle esigenze di cura. Cura che, ripeto, in alcuni OPG è praticamente assente. In altri, invece, come Castiglione delle  Stiviere, l’aspetto sanitario prevale nettamente sulle misure di sicurezza e non ci sono nel perimetro del “campus” agenti di custodia. Stupisce che possano esserci tali differenze in un paese come l’Italia che tutto sommato è piccolo e che dovrebbe garantire uguali cure a tutti in base all’art. 32 della costituzione».

Quali sono condizioni e status di cura degli internati?

«Lo status proprio non esiste più. L’entrata in un OPG non solo ti spersonalizza ma, siccome sei autore di reato ma non imputabile in quanto malato psichico, la misura di sicurezza detentiva si può reiterare un numero pressoché infinito di volte senza una fine certa. Mi ha colpito la storia di giovani che, entrati per reato minore contro le cose, sono rimasti fino a 20 anni reclusi in questi gironi infernali».

Nel decreto svuota-carceri è prevista una norma che prevede la chiusura degli OPG entro il marzo 2013, può ritenersi soddisfatto, oppure mirava ad altro?

«Sono molto soddisfatto. Si chiude una tetra storia di inciviltà durata più di 80 anni. Ed è l’esito di un lavoro parlamentare “bipartisan”, grazie anche alla collaborazione con questo governo che ci ha creduto».

Dove finiranno i 1.500 reclusi?

«Alcuni già dimissibili perché non pericolosi socialmente (circa 400 oltre a quelli già dimessi per ordine della Commissione) verranno curati presso le strutture territoriali. Gli altri che hanno un livello di pericolosità sociale più o meno evidente verranno ospitati presso strutture sanitarie Regionali, a livello differenziato di protezione da stabilirsi con provvedimento del Governo  in accordo con  il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, per garantire la massima sicurezza ai cittadini e la certezza della cura al paziente autore di reato.  Comunque si tratterà di strutture piccole, non più di 20 posti letto in accordo con la Legge Basaglia».

Come evitare il ripetersi di alcuni effetti negativi della Legge Basaglia, che ha giustamente chiuso i manicomi, ma spesso lasciato il problema di persone con problemi psichiatrici e non solo interamente sulle spalle delle famiglie, quando presenti?

«La risposta è nella organizzazione si strutture sanitarie protette come sopra descritto. Si avrà un risparmio enorme dalla chiusura degli OPG che potranno essere reimpiegati o venduti. Parte delle risorse verranno ridistribuite sui territori. Rimane il problema dell’assistenza ai pazienti psichici non autori di reato. Di questo problema si sta occupando la parte principale dell’inchiesta e faremo proposte chiare di riorganizzazione dell’assistenza al malato psichico, applicando in tutto la legge Basaglia ma calandola dentro le esigenze moderne di cura e residenzialità. In questo senso ho depositato di recente un progetto di legge a mio avviso molto innovativo elaborato insieme al Dr. Luca Tarantola, dirigente medico del nostro servizio psichiatrico territoriale e ad altri colleghi».

Se già oggi gran parte delle percentuali dei reclusi (intorno al 60%) restano internati solo perché manca una struttura (famiglia, ASL, Associazioni di volontariato…) disposta ad accoglierli, come si pensa di risolvere questo problema?

«Si devono fare progetti personalizzati e cercare il luogo dove realizzarli a seconda delle situazioni personali, della gravità della patologie e della pericolosità sociale. Può essere la famiglia, una comunità residenziale ovvero una realtà protetta come sopra descritto».

Terminate l’intervista, anche un nostro amico, che ha passato mesi e mesi della sua vita recluso nell’OPG di Castiglione delle Stiviere, ha voluto fare qualche domanda a Bosone, oltre a esprimere il suo ringraziamento personale. La sua storia che vi abbiamo già anticipato in questo video, la troverete presto su UAU magazine; nel frattempo, eccovi il botta e risposta tra un recluso e chi ha contribuito a far chiudere la sua casa di prigionia.

Con la Legge Basaglia, oltre a modificare il nome di manicomi criminali in OPG cos’è cambiato?

«Di fatto nulla. Come nulla è cambiato dopo il DPCM del 1 Aprile 2008 con cui si sanciva il passaggio della sanità carceraria al Sistema Sanitario Nazionale. Già lì era previsto il superamento degli OPG ma… ce ne siamo dimenticati fino all’inizio del nostro lavoro».

Perché non vi sono strutture paragonabili agli OPG nelle altre nazioni civilizzate?

«In generale la situazione carceraria in Italia è pessima. Quella dei pazienti psichiatrici autori di reato ancora di più. Ma non dimentichiamoci che in alcuni paesi cosiddetti “civilizzati” si viene messi a morte. Noi abbiamo un retaggio carcerario un po’ ottocentesco e dobbiamo migliorare. Con gli OPG siamo arrivati in ritardo direi doloso ma ci siamo arrivati e magari ora saremo d’esempio per altre Nazioni».

Quante sono le persone morte in questi luoghi in tutto? Nella vostra indagine ve ne è traccia?

«Non saprei dire un numero esatto. Da quando ci siamo interessati vi sono stati alcuni decessi su cui abbiamo chiesto informazioni».

Se la legge è uguale per tutti, perché non lo è per i detenuti di questi ospedali psichiatrici criminali che, anche se guariti, non possono mirare ad una libertà totale se non hanno una famiglia che li appoggia dopo la”pena”?

«Come ho detto sopra per i pazienti detenuti in OPG i diritti civili riconosciuti anche ai comuni carcerati sembrano sparire. La cosa grave è che i pazienti dimissibili, cioè guariti, spesso devono rimanere dentro perché né la famiglia né la comunità territoriale se ne fanno carico. Rimangono abbandonati al loro destino. Almeno fino ad oggi. Dopo la nuova legge approvata definitivamente alla Camera in questi giorni, il territorio sarà obbligato a prendersi in carico tutti i malati guariti».

So per certo – diciamo che ho studiato per quasi otto mesi questa situazione da molto vicino – che gli ospiti di questi istituti vengono”aiutati” a”guarire” non con appoggi psicologici come sedute o colloqui, bensì vengono curati solo ed esclusivamente con terapia (se vogliamo dirla tutta moltissimi in fase di sperimentazione). È emerso anche questo nell’indagine, cioè che questi luoghi adibiti a “lager mentali” vengono usati per reclutare cavie umane date in pasto alle case farmaceutiche, che giocano sul fatto che queste persone non hanno protezione legale e famiglie che possano chiedere giustizia; fantocci umiliati e tenuti in vita per misurare gli effetti chimici di sostanze farmacologiche senza paura di esagerare nelle dosi; non controllati o non ritenuti poi responsabili delle proprie azioni?

«La terapia farmacologia in molti OPG appare più “sedativa” che curativa. Siamo ben lontani, per fortuna non in tutti gli OPG, da un modello di cura personalizzato. Chiudendo gli OPG e ricoverando i pazienti autori di reato in strutture specificatamente sanitarie, controllate dalla Sanità Locale, il problema della disumanità delle cure e delle sperimentazioni farmacologiche non controllate (e quindi contro legge) dovrebbe finire». 

lorenzo meazza

  15 comments for “CHIUSURA OSPEDALI PSICHIATRICO GIUDIZIARI – INTERVISTA A DANIELE BOSONE

  1. filippo
    16 febbraio 2012 at 13:41

    complimenti ad UAU, questo articolo fa riflettere…..

  2. 16 febbraio 2012 at 14:52

    Grazie dello spazio che mi avete dato nel vostro UAU.Artskin

  3. Negri Matteo
    17 febbraio 2012 at 17:16

    Chi ha lavorato per arrivare a questo risultato dovrebbe, anche: garantire il ricollocamento di queste persone (dicendo… ‘subito’… “come” “dove” e “quando”); ma pure istituire un osservatorio sulle conseguenze reali della chiusura degli Opg. Non si può accettare nemmeno l’idea di veder riproposto quel che è accaduto con la chiusura dei manicomi: povera gente finita a fare i barboni e famiglie disperate e distruttue perchè incapaci di gestire persone fuori controllo quando non pericolose, per sè e gli altri.

  4. Matteo Negri
    18 febbraio 2012 at 16:00

    Salve. Mi auguro che per vederlo pubblicato il commento non debba essere per forza di elogio al “tema” dell’intervista! Attendo fiducioso

  5. Matteo Negri
    18 febbraio 2012 at 16:01

    Vedo solo ora il mio commento. Grazie

  6. 18 febbraio 2012 at 16:30

    Caro Matteo, mai abbiamo censurato commenti o idee. E il tuo commento è stato pubblicato ben prima che tu ti augurassi che uscisse nonostante la contrarietà al tema dell’intervista.
    Che poi, se leggi bene, potrai notare come domande precise in merito sono state puntualmente fatte (le mie ultime due).

  7. artskin
    20 febbraio 2012 at 09:50

    Caro Matteo,il problema principale degli opg è che dentro succedono schifezze che nessuno,a meno che non sia stato dentro direttamente,possa lontanamente capire.Io penso che debbano assolutamente esistere dei centri dove i “matti”,che poi fidati,tutti stì matti non sono…vengano curati e paghino ciò che han fatto.Ma qui paghi per anni e anni solo se sei stato sfigato nella vita o ti ci han messo per sbaglio…e se sei ulteriormente sfigato,hai uno psichiatra a cui di te non gli importa molto…e gli psicofarmaci riescono a distruggerti tu sei morto.quindi condivido con te il buonismo verso una società corretta che dev’esser protetta da queste persone…ma è anche vero che c’è un limite a tutto.e gli opg fanno un pò quel che possono per farsi gli affaracci propri.ripeto.se sei uno sfigato e ti capita di litigare con un carabiniere per dirti un pò arrogante(che ce ne sono onestissimi come ignorantissimi)e in quel giorno sei un pò nervoso e ci litighi…puoi anche andar a finire lì…e se non hai avuto la fortuna di avere una famiglia che ti aiuta ad uscire(e neanche non basta alle volte)sei fregato.Ma se sei un figlio di papà di Garlasco puoi permetterti di ammazzare la tua morosa….o addirittura se sei una teenager americana puoi anche accoltellare la tua compagnia di stanza,diventare famosa ed esser ricoperta di soldi…la legge NON è uguale per tutti.tu che ne dici?

  8. silvana dal brun
    28 febbraio 2012 at 12:01

    Bisogna aprire un dibattito sul concetto di reato,pericolosità sociale e di rieducazione, nel quale siano inclusi tutti gli autori di reato,anche le persone non affette da disturbi psichici.Il rispetto della dignità umana è un diritto di tutti,e solo gli uomini possono restituire dignità ai loro simili.E’ fondamentale il lavoro degli psichiatri:se non ascoltano,se non pensano assieme al loro paziente come potranno aiutarlo?Ogni persona ha la sua storia e ne risponde alla legge della società in cui vive.
    Gli psichiatri curano le persone con problemi psichici,non solo il disturbo psichico.
    Ogni rivoluzione comporta un ripensamento dei modelli di riferimento.Penso che gli psichiatri non abbiano sufficientemente pensato,in tutti questi anni dopo la 180,se ancora mancano così tante strutture di accoglienza,cura e riabilitazione(non di reclusione)ed il tessuto sociale che accoglie la persona con disturbo psichico è fragile,disomogeneo,a volte francamente espulsivo.
    Se gli psichiatri non si interrogano sul loro lavoro,diventa automatico che qualcuno si ritrovi ad auspicare luoghi di reclusione.

    • Negri Matteo
      1 marzo 2012 at 13:39

      Ottimo intervento

  9. Negri Matteo
    1 marzo 2012 at 12:23

    Ciao Artskin. Concordo su alcune cose (le brutture degli OPG!), fondamentalmente però mi premeva sottolineare il fatto che un politico, di qualunque colore sia, si debba sempre assumere tutte, ma proprio tutte, le responsabilità dei propri “gesti”… sia quelle passate ed attuali, sia quelle future. Soprattutto quando c’è di mezzo la salute e la vita delle persone! Tu hai fatto degli esempi che certamente esistono ma non rappresentano la totalità e nemmeno la norma degli OPG. La regola è che spessissimo lì dentro c’è gente pericolosa. Aprirli significa perciò aprire potenzialmente le porte a persone capaci di ledere sè stessi e gli altri… “altri”, sottolineo, cui non si può e non si deve chiedere, nemmeno in via ‘potenziale’, di pagare per colpe altrui (siano esse dei malati che escono, o dei politici che hanno preso certe decisioni). Da qui la mia richiesta a chi ha lavorato la chiusura degli OPG, in questo caso al ‘politico’ sen Bosone, di andare oltre l’iter parlamentare svolto: preoccupandosi in concreto di che fine faranno queste persone; e monitorando il destino degli ex internati (ciò al fine di intervenire tempestivamente in caso di generalizzati problemi di inserimento… un guaio che come sappiamo è già accaduto, e ‘non’ è stato tempestivamente risolto, dopo la chiusura dei manicomi). Grazie e ciao

  10. Negri Matteo
    26 marzo 2012 at 17:12

    Salve. Nei giorni scorsi in provincia di Pavia sarebbe accaduta una cosa gravissima. Un malato psichico (ricoverato a Mede) è salito sulla sua auto (come ha fatto ad avere le chiavi?) e, armato di coltello (dove lo ha preso?), si è recato a Varzi, dove aveva intenzione, di fronte alle scuole, di uccidersi. Credo che la vicenda sia meritevole della massima attenzione da parte di un presidente della Provincia (di Pavia) che si è fatto portatore, in modo peraltro vittorioso, della decisione del Parlamento di chiudere gli Ospedali psichiatrici giudiziari (il fatto avverrà fra pochi mesi).
    Vorrei chiedere al presidente sé è in posti come quello di Mede che lo Stato metterà gli attuali reclusi degli Opg? Inoltre vorrei sapere quali misure gli onorevoli, promotori dell’iniziativa sugli Opg, hanno assunto per evitare casi come quello di Mede? Grazie

  11. 28 marzo 2012 at 07:15

    Gentile Matteo,

    premetto che non conosco la struttura psichiatrica nella quale è ricoverato il malato cui Lei fa riferimento. Sembra più che altro uscito da casa sua più che da una struttura di ricovero pensata per pazineti psichiatrici. Non conosco nemmeno il caso personale ma sicuramente il soggetto devve essere adeguatamente seguito dai servizi psichiatrici terriotoriali e , eventualmente, ricoverato in strttura per la diagnosi e cura dove il livello di protezione è sicuramente adeguato nella maggiore parte dei casi. Vi sono diverse possibilità di protezione del paziente per evitare che commetta reato (o anche dopo che ha commesso reato)contro oggetti o persone (anche contro se stesso come nel caso descritto). Dopdichè non sara mai possibile impedire fatti come qulli descritti stante il fatto che alcuni “switch” sono imprevedibili e persone fino a pochi istanti prima apparentemente sani improvvisamente sviluppano comportamenti patologici.
    Ci sono comuanque tutti gli strumenti per curare la malattia psichiatrica . SErve magari una migliore organizzaione dei servizi territoriali per adeguarsi alla diverse fasi della malattia e ai singoli casi personali. Questo è oggetto di un mio disegno di legge che ho di recente presentato in Senato.

    Grazie per la segnalazione e saluto cordialmente.

    Bosone

  12. previte
    28 marzo 2012 at 09:47

    Cristiani per servire
    http://digilander.libero.it/cristianiperservire
    e-mail previtefelice@alice.it
    Il Presidente
    Sull’abolizione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari prevista nel marzo 2013.
    Da troppo tempo questa situazione viene ri-evocata, ma volutamente ri-ignorata !

    Sulla aberrante situazione in cui versano i 6 ospedali psichiatrici giudiziari (OPG), dove albergano circa 1500 detenuti dei quali circa il 40% sarebbero dismissibili e con un sovrappopolamento di circa 90 persone, si continua a parlare, ora quasi ogni giorno imperterriti senza agire con la dovuta urgenza dopo 34 anni dalla emissione della legge 180/1987 che ne aveva stabilito la chiusura di tutti gli Ospedali Psichiatrici !

    Anche il Signor Presidente della Repubblica li ha definiti “ estremo orrore dei residui OPG, inconcepibile in qualsiasi Paese appena civile”, ma di fatto sono allegramente ancora aperti, malgrado che il 17 gennaio 2012 la Commissione Giustizia del Senato della Repubblica ne abbia stabilito la chiusura entro il 31 marzo 2013 (?).

    Mio malgrado ed a pro- memoria per “alcuni”, debbo ricordare che il 7 ottobre 1998 assieme all’Opera don Guanella e don Orione abbiamo inoltrato al Parlamento Italiano una Petizione (assegnata col n. 520 alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e col n. 714 assegnata alla 12 ° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ), con la quale si richiedeva, e tutt’ora viene richiesto, che “ sugli attuali Presidi Socio Sanitari- siano essi ospedali psichiatrici, che “manicomi” giudiziari ancora “aperti”- a cura delle Regioni ed entro anni 2 devono essere apportati interventi di ristrutturazione edilizia degli edifici secondo linee moderne confacenti onde neutralizzare i disagi che gli utenti potrebbero subire o provocare. Le opere edilizie devono essere atte ad accogliere non più di 4 degenti per camera”.

    Le successive Petizioni, da me ri-inoltrate, ultime quelle del 15 aprile 2008 e tutt’ora giacenti in Parlamento, ( col n. 5 e 6 assegnata alla 12° Commissione Igiene e Sanità e Commissione Esteri del Senato della Repubblica, annunciata in Aula il 28 maggio 2008 prot. N 231/s e col n. 9 assegnata alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, annunciata in Aula il 27 maggio 2009 prot. N.2008/0015270/GEN/TN ), in merito alla riforma delle leggi 180 e 833/1978, al punto 10° richiede, “ una definitiva progettazione per gli ospedali psichiatrici giudiziari, adeguando la normativa penale a quella civile in quanto le due leggi non hanno “distinto” il malato mentale responsabile di atti criminosi da quello relativamente innocuo,” e richiedente la totale chiusura degli OPG che dura da ben 34 anni !

    In breve debbo ricordare che il diritto di petizione, sancito dall’art.50 della n/s Costituzione, spetta a quivis de populo, cioè ad ogni cittadino maggiorenne ed è un mezzo di collaborazione di tutto il popolo all’opera legislativa esplicata dalle Camere, perché permette a chiunque di segnalare alle stesse i bisogni, le aspirazioni, le esigenze popolari di carattere generale affinché “queste” vi provvedano.

    Sono documenti quelli da noi prodotti e non chiacchiere “ per chiedere od esporre comuni necessità”(art.50) carenti da ben 34 anni !,
    senza dimenticare, mai, che la sovranità appartiene al popolo ! ( art.1 comma 2°).

    Sono questioni assai complesse e delicate che avvolgono la qualità giuridica, etica o squisitamente politica, le cui soluzioni sono di competenza delle Camere Legislative, sospinte, ma non risolvibili, né da Convegni Seminari Rapporti, nè da una “Commissione Parlamentare d’Inchiesta”, né dal Ministro della Salute che recentemente in un Messaggio inviato all’Ufficio Nazionale per la Pastorale Sanitaria della CEI che il 17 marzo u.s. ha tenuto un seminario sulla salute delle carceri, spiega “ si sta lavorando sui requisiti minimi per le strutture che ospiteranno le persone internate negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, nonostante le difficoltà applicative non trascurabili” ( da Romasette 20 marzo 2012).

    Sono parole, purtroppo parole, solo parole !

    Gli ospedali psichiatrici giudiziari, dove tuttora sono ospitati i “reclusi”, sono malgrado tutto, seguiti dai centri penitenziari gestiti dall’amministrazione giudiziaria le cui competenze socio-sanitarie dovrebbero passare al Servizio Sanitario Nazionale, la cui piena funzione sarà svolta dal Dsm ( Dipartimento di salute mentale), come viene solo affermato (?) entro marzo 2013.

    “ E’ pertanto inconcepibile e inaccettabile, a mio avviso, che delle persone in Ospedale Psichiatrico Giudiziario siano costrette a restare in una struttura carceraria perché mancano posti all’esterno “, è il risultato, evidenziato nel punto 117 del Rapporto dr.Alvaro Gil-Robles “Commissario Europeo per i Diritti Umani” sulla sua visita in Italia 10/17 giugno 2005, CommDH (2005) 9 Strasburgo 14 dicembre 2995 .

    Una “lectio schola aliquem auditum ire” davvero esemplare, soprattutto per l’Italia ! Un “nosocomio” da tutti conosciuto da ben 34 anni !

    Le condizioni igieniche vergognose, sempre secondo quel “Documento” della Commissione Parlamentare condotta dal Senatore Ignazio Marino, tra altre anomalie riscontrate, sono in breve : “tre metri quadro” di spazio per ogni detenuto, “acqua ghiacciata da bere sotto il water” “ affollamento in stanze ridotte” ed altre “cose” irripetibili, che non abbiamo alcuna difficoltà a ritenerle vere, insomma dimostrano una situazione disumana che il rispetto per cani e gatti resta ed è superiore a quello che avviene in questi lager, “situazioni!”, ripeto, conosciute da ben 34 anni, che ci fanno accapponare la pelle ri-conoscerle solo ora ! Ma dove sono stati e cosa hanno fatto i politici fin oggi ?

    E’ doveroso, necessario, nonché impellente, ricordare che la legge 180/1978, la famosa legge Basaglia priva del Regolamento d’Applicazione, ha voluto abolire i “manicomi”, ha attivato poche strutture residenziali alternative previste dai vari “Progetti-Obiettivi di salute mentale” ed “altro”, ma non ha migliorato le condizioni dei malati, così come la legge 833 ( che garantisce l’universalità delle cure ai malati di mente ), non ha “chiuso” questi Ospedali Psichiatrici Giudiziari in contrasto con il dettami Costituzionali, contro la stessa legge, contro il Piano Sanitario 2003-2005, contro i vari Provvedimenti Legislativi e che non ha adeguato la normativa penale a quella civile per i 6 OPG, contro ogni logica etica .

    Sulla gestione di quest’ultimi è molto interessante il Documento Conclusivo dell’Indagine Conoscitiva del Senato sullo “stato di assistenza psichiatrica in Italia” nei riguardi della medicina psichiatrica penitenziaria dove “ né una dimissione forzata, né il mancato invio in OPG risolvono il problema di fondo dei trattamenti di pazienti autori di reati spesso di reati violenti che non sono sovrapponibili per percorso terapeutico, alla restante popolazione di pazienti psichiatrici ( letterali affermazioni, Resoconto Sommario n. 312 Senato della Repubblica del 1 febbraio 2006 – Legislatura 14°).

    Questo vuol dire che i pazienti dovrebbero essere affidati a personale specializzato per arrivare alla nozione di tutela della salute mentale superando l’accezione di “psichiatria”, in termini di prevenzione e diagnosi precoce destinando il 5% minimo dei fondi sanitari.
    Purtroppo oggi si continua a dare ampia rilevanza al superamento dei “manicomi”, rispetto alla gravità dei malati sul territorio ed alle priorità come nel caso in esame, mentre le famiglie, i “malati”, anche quelli in Ospedali Psichiatrici Giudiziari, sono soli e questa situazione urgente ed irrevocabile ha una sua drammatica attualità e riscontri tragici, malgrado il gran clamore, con ipocrisia, che si va instaurando con le sole parole in Convegni Seminari Rapporti Documenti Inchieste, dimenticando che, non solo cani e gatti, ma anche questi “reclusi” sono da essere attenzionati, perché esseri umani !
    Ma per favore, suvvia, dobbiamo finirla con queste ipocrisie !
    http://www.radiovaticana.org/it1/articolo.asp?c=562303
    http://www.news.va/it/news/giornata-del-malato-limpegno-dellassociazione-cris http://www.agensir.it/pls/sir/v3_S2DOC_A.a_autentication?tema=Quotidiano&oggetto=231632&rifi=guest&rifp=guest

    ViviCentro Zenit

    Previte
    http://digilander.libero.it/cristianiperservire

  13. Negri Matteo
    26 aprile 2012 at 17:27

    Ringrazio il Presidente Bosone per la risposta. Che però non lascia tranquillo me e, e penso… spero…, chi come me ha a cuore non solo la sorte degli attuali malati rinchiusi negli Opg, ma “contestualmente” anche quella dei signori “Rossi” che possono ritrovarsi vittime di malati/criminali trasferiti non si sa ancora dove e con quali accortezze circa la sicurezza della collettività. Perchè sono preoccupato? Per ciò che Lei dice, e per la consecutio temporum dei fatti di cui stiamo parlando. Il problema è questo Presidente: la soppressione degli Opg arriverà “prima” (anzi, ben prima par di capire) di quel che Lei auspica quando dice: “… serve magari (io toglierei il “magari”!) una migliore organizzazione dei servizi territoriali per adeguarsi alla diverse fasi della malattia e ai singoli casi personali. Questo è oggetto di un mio disegno di legge che ho di recente presentato in Senato”.
    Caro Presidente, il pericolo che sin dal mio primo intervento ho paventato su questa pagina Web è esattamente questo: il pericolo (ma par di capire… una certezza!), che ancora una volta qualcuno “determina” degli eventi (nel nostro caso l’uscita dei criminali degli Opg ) senza aver prima predisposto tutte le contromisure (leggi strutture di accoglienza o servizi territoriali ecc ecc) adatte a scongiurare, nel limite dell’umano ovviamente, il peggio (se il peggio a volte già accade per i vecchi malati liberati con la Legge Basaglia, cosa può accadere ora che vengono chiusi gli Opg? E se questa “migliore organizzazione dei servizi territoriali” che Lei auspica non esiste per i malati di mente tradizionali, perchè dobbiamo credere esista per gli internati degli Opg?).
    Quando parlavo di “responsabilità” piena di chi decide certe dinamiche, caro Presidente, intendevo proprio questo. Chi ha lavorato, ad esempio, per chiudere gli Opg alla data dell’Agosto 2012, dovrebbe (o meglio avrebbe dovuto, perchè oramai… ancora una volta, è tardi!) prodigarsi affinchè all’Agosto 2012 fossero state pronte anche tutte le strutture necessarie all’accoglienza degli ex internati. Invece sembra di capire, così non è. Da qui una domanda, di chi sarà la responsabilità in caso di danni provocati da questi malati (faccio presente che non parliamo dei semplici “pazzi”, mi scuso per il termine non ha intento offensivo, dei manicomi ante Basaglia, ma di internati in manicomi criminali!!!)???
    Il timore è che la responsabilità sarà di “nessuno”, mentre i rischi… e le possibili conseguenze, saranno (come al solito!) tutte a carico della “povera gente”. Una prospettiva, come capirà Presidente, non allettante.
    Ringrazio ancora Uau per lo spazio che lascia alla discussione ed il presidente Bosone per la disponibilità al confronto.
    Ps. Riguardo al caso Mede-Varzi, nell’ottica di cui sopra, credo che Chi si è assunto la responsabilità di far chiudere gli Opg dovrebbe agire per cercar di capire, nel concreto, adesso e qui, casi come quello (casi dai quali, peraltro, si rafforza la proposta dell’istituzione di un ”Osservatorio permanente” su ciò che accadrà attorno alle persone che ad Agosto in tutta Italia usciranno dagli Opg: un giorno potremmo infatti accorgerci che non sono pochi coloro che, poiché mal gestiti, hanno provocato danni, e che perciò servono contromisure. Sulla scorta di quanto accaduto con il post Basaglia – quante sono state ad esempio in quel caso le famiglie che hanno visto la loro vita stravolta per mancanza di supporto delle Istituzioni ? – sarebbe bene evitare di ripetere gli stessi errori costruendo uno strumento, di fatto un banale elenco di fatti, capace di restituire momento per momento il quadro esatto della realtà).

  14. eleonora
    15 agosto 2013 at 08:38

    ho letto oggi 15 agosto 2013 . sinceramente trovo vergognoso parlare ora , fare vedere le foto che sono del 1800 . come mai i dirigenti strapagati anche loro non hanno mai visto quello schifo ? non era necessario chiudere le strutture ma basta applicare l’igiene . basaglia è stato un imbecille , come d’altra parte la DC che ha abolito le case chiuse , pazzi in famiglia , in giro sotto i ponti e le prostitute per le strade piene di malattie . caro direttore , pensi a qualcosa di serio , e si batta perché difronte ad un omicidio non si parli a sproposito di pazzia , e se sono pazzi stiano chiusi in posti controllati e puliti . tutto il resto sono solo parole dette a vanvera per fare i buonisti
    del cavolo . stia bene , sono di novara , questo per farle sapere che ragiono con la mia testa .

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