SPECIALIZZANDI IN PROTESTA A PAVIA

Venerdì hanno trascorso la giornata a spostare le visite ambulatoriali di lunedì e martedì, per creare il minor disagio possibile ai cittadini affluenti ai vari ambulatori del Policlinico. Questa mattina, sotto la pioggia, hanno fatto sentire la propria voce davanti all’ingresso principale del San Matteo. Sono i Medici Specializzandi.

Siamo i Medici Specializzandi. Perché il nostro non è lavoro, bensì dedizione. Perché ormai sorridiamo quando volti stupiti ci chiedono come riusciamo, dopo una notte in piedi in pronto soccorso, ad armarci di forza di volontà e cominciare un’altra giornata nei vari ambulatori. Pagati per 30 ore di lavoro alla settimana, spesso costretti a trascorrerne 30 di fila in ospedale, quando va male, 12 quando va bene. Niente straordinari, nessun compenso extra per notti e festivi. In teoria, studenti, in pratica, ingranaggi fondamentali del Sistema Sanitario Nazionale.

Non mi ero mai domandata, fino ad oggi, se il nostro compenso fosse equo o eccessivo rispetto a quello che guadagna un giovane della mia stessa età con una laurea diversa. Non lo chiamiamo stipendio, perché a tutti gli effetti è una borsa. Con quella borsa ti ci paghi l’affitto, le spese, le tasse universitarie (circa 2.200 euro all’anno), testi, iscrizione all’Ordine dei Medici, Enpam, assicurazione (il nostro è un lavoro rischioso, si sa), iscrizione a congressi.

Alcuni di noi hanno messo su famiglia, altri hanno acceso un mutuo o acquistato una casa. Poi una mattina ti svegli e scopri che c’è una cosa che si chiama “emendamento alla legge sulla tassazione Irpef che riguarda tutte le borse di studio che superano il tetto di 11mila e 500 euro annui” e che mentre tu trascorrevi ignaro le tue giornate in ospedale, il Senato aveva già deciso di approvarlo. In pratica si stavano occupando di te e nemmeno lo sapevi.

Quello che capisci, dai titoli dei giornali e dalle chiacchiere con amici e colleghi, è che dal tuo stipendio verranno detratti circa 250-300 euro. E per quanto il mestiere di medico sia prima di tutto dedizione, l’idea di dover tornare a chiedere l’aiuto della famiglia che con orgoglio ti aveva lasciato andare per la tua strada (questo per chi una famiglia alle spalle ce l’ha), la rabbia per quella posizione di studente-lavoratore costretto a pagare le tasse all’Università e allo Stato, ma soprattutto la disperazione di chi ognuno di quei centesimi l’aveva investito in sogni e progetti, ha portato gli Specializzandi di tutt’Italia a protestare, pacificamente, attuando l’astensione dall’attività lavorativa nei giorni 16 e 17 aprile.

E nella notte, molti di noi da tutta la Penisola partiranno per Roma, per manifestare davanti a Montecitorio. Solo a Pavia, sono ben quattro i pullman carichi di giovani medici che a mezzanotte partiranno alla volta di Montecitorio, con il benestare, e questo è da sottolineare, di docenti e medici strutturati. Nel tentativo che la nostra voce, che la voce dei giovani, non resti, per l’ennesima volta, inascoltata.

rossana falcone

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