A progressive happy hour with The Rovers


I The Rovers sono:

Mauro Mugiati – Voce, Chitarra acustica e Tastiere
Andrea Bassi – Tastiere, Sintetizzatori, Piano, Fisarmonica e Sax
Manuel Pili – Basso elettrico e Voce
Nelson Belloni – Chitarra elettrica e Voce
Daniele Piglione – Basso elettrico e Tastiere
Brian Belloni – Batteria, Chitarra acustica e Voce
Andrea Vercesi – Chitarra acustica e Flauto

Adriano Bollani – Sound Engineer
Luca Viti – Produzione e regia video

 

I The Rovers occupano due tavolini abbondanti quando si siedono a fare l’aperitivo insieme al sottoscritto. Sono preziosi, sia per la rubrica, che per la mia esperienza di intervistatore e musicista. Raggiungono tre record al mio personale: il gruppo più numeroso, la prima cover band e la prima band progressive rock che io abbia mai intervistato.

Spirito Giovane: «Un genere preciso e direi classico, il vostro».

Mauro Mugiati: «Assolutamente. Le nostre cover si fermano al ‘70, non andiamo oltre. Proponiamo canzoni dei Genesis, degli Yes, dei Jethro Tull, a cui inizialmente facevamo tributo. E sono d’accordo anche sull’aggettivo, classico. Oggigiorno il progressive rock è diventato un vero e proprio genere con modelli e stili predefiniti, mentre prima il genere era il rock e la parola “progressive” indicava semplicemente una voglia di ricerca e sperimentazione. Per cui, riproporre quei gruppi per cui questa affermazione era vera, in un certo senso è riproporre qualcosa di classico».

S.G.: «Vi sentiti più giovani o coraggiosi?».

Mauro: «Direi che possiamo scegliere il primo aggettivo».

S.G.: «Pensavo con il genere e la vostra storia ad una scelta più scontata».

Andrea Bassi: «Beh, noi siamo giovani dentro! Inoltre, questo è un progetto che io e Mauro portiamo avanti da anni insieme a Brian e Nelson Belloni, rispettivamente alla batteria e alla chitarra elettrica. Non siamo stati continuativi, a volte impegni personali ci spingevano a prenderci una pausa di qualche mese. Però nel 2006 quando abbiamo iniziato era originale, credo, vedere dei ragazzi tra i 15 e i 18 anni portare le sonorità degli anni Sessanta e Settanta ai loro coetanei. E all’epoca del nostro esordio la musica ascoltata era ben altra!».

Mauro: «Quello che ho sempre amato è proprio legato a questo: ragazzi che ci sono venuti a sentire si avvicinano al genere e talvolta decidono di intraprenderlo anche come musicisti. Ci sentiamo in un certo senso un gruppo didattico».

S.G.: «Con tali scelte di genere, com’è stato il rapporto con i locali?».

Mauro: «Siamo stati fortunati perché ai veri esordi provavamo al BlueStage di Linarolo. Ci ha dato i natali, anche attraverso una serata del giugno 2006 in cui abbiamo proposto tutto il repertorio a locale sold out. È anche vero che nei mesi di poco successivi non è che ci facevano suonare tanto in giro, non per polemizzare…».

Manuel Pili: «No, polemizza, polemizza!»

Andrea B.: «È anche vero che attualmente ti trattano in questo modo qualsiasi sia il tuo genere e la tua storia. Alcuni posti non sono proprio gentili nel trattare con le band, in generale».

S.G.: «I locali che ricordate con maggior affetto?».

Mauro: «Di sicuro, oltre al nominato e ormai chiuso BlueStage, il Birraio di Siviglia».

Andrea Vercesi: «Li abbiamo fatto i live più belli».

Manuel: «Concordo».

Andrea B.: «Anche al Rock’n’Roll Circus ci fu una serata memorabile. Lì abbiamo conosciuto Andrea Vercesi, il nostro attuale flautista e anche chitarra acustica».

Andrea V.: «Il trait d’union erano i Jethro Tull»

rovers teatro voltaS.G.: «Una famiglia molto allargata la vostra».

Mauro: «Che si allarga via via, sempre di più! L’ultimo live che abbiamo fatto al Rione Scala, presso il teatro Volta, era una serata di reunion con i vecchi membri della band e i nuovi, chiamata “A Progressive Night with The Rovers”. Avevamo infatti due bassisti, Manuel e Daniele Piglione. Poi abbiamo scommesso sulla serata cercando di comporre uno show».

Luca Viti: «Ho curato la regia e le immagini dello spettacolo».

Mauro: «Volevamo uno show più ragionato, con un proprio ritmo e una scelta precisa di cosa dire e quando farlo!».

Andrea B.: «Abbiamo composto per l’occasione due grandi medley, uno sui quindici minuti degli Yes, l’altro sui ventisette sui Genesis».

Luca: «All’inizio volevamo creare qualcosa di artistico sul secondo medley, poi ci siamo fatti prendere un po’ la mano».

Mauro: «Ha creato un video per quasi tutte le canzoni».

S.G.: «Ripeterete questa esperienza?».

Manuel: «Stiamo trattando col suo manager!».

Mauro: «Lo spettacolo era inteso come una singola serata, a costo zero, sia per la band che per i collaboratori, il nostro fonico di fiducia, l’amico Adriano Bollani, e Luca Viti. L’abbiamo fatto per passione e ci siamo appoggiati alla Enjoy Agency per cercare un teatro in cui portare queste creazioni. È anche stata la serata di addio di Andrea Bassi, che ci lascerà per cercare fortuna all’estero».

Andrea B.: «Abbandonando una solida carriera musicale in patria, voglio sottolineare!».

Mauro: «Siamo contentissimi per il suo futuro e per la scelta che ha intrapreso Andrea, ma abbiamo anche tanta voglia di continuare la nostra storia».

S.G.: «Si può affermare che la vostra storia personale di gruppo sia tanto progressive quanto il genere».

Mauro: «Esattamente! Abbiamo fatto un percorso di crescita assieme, passando poi per la fase di tributo ai Jethro Tull e per la Progressive Night. Inizialmente i Jethro Tull erano difficili per noi, abbiamo dovuto prendere dimestichezza anche col genere. Credo si sia abbastanza maturi ora per affrontare una produzione di pezzi propri, sempre restando fermi all’aggettivo progressive e al genere rock, magari inserendo sonorità più attuali. Tutto qua».

Manuel: «Ma non dovevamo polemizzare?!».

spirito giovane 

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