UnderArt #1: Sancta Sanctorum

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Sono sotto esame. Lo sono sempre, ma questa volta lo sono davvero. Per l’università. Tre esami, stessa settimana (alla fine ne darò solo due, me lo sento). Tre intervistati, lo stesso giorno: ma questo non è un esame, è un piacere. Un piacere triplo. Prima di tutto, è la prima intervista che faccio su un argomento a me caro: i fumetti (che sono davvero una cosa seria e da non sottovalutare) e i suoi autori, tra cui Michele D’Aloisio e Daniele Solfrini che intervisto oggi e scopro hanno un pedegree da leoni. Secondo: è la prima intervista per la nuova rubrica, UnderArt. Terzo: è la prima intervista che faccio a Gilbert Gallo, che ho conosciuto grazie al suo lavoro come autore di Darkmoor, un gioco di ruolo che ha avuto una buona campagna su Kickstarter.

SpiritoGiovane «Presentatevi brevemente al nostro pubblico».

Michele D’Aloisio «Mi occupo di disegno, piuttura e fumetto. Mi sono laureato all’Accademia delle Belle Arti di Roma e un giorno, casualmente o no, ho incontrato Marcello D’Angelo, collaboratore di Andrea Pazienza, che è stato un dei miei maestri. Mi ha proposto un fumetto e per me era il primo: dissi di sì e iniziai così la mia carriera, nel 2006. Insieme abbiamo realizzato delle storie per Night Italia, curata da Marco Fioramanti. Ho collaborato anche con Ivan Veronica per alcune storie inediti e infine ho incontrato Federico Mazzei con il quale, in Molise, abbiamo aperto una scuola, LabTrab e realizzato una web series chiamata Ash Airways the comic-com. L’ultima mia fatica in uscita è Painkiller (Sceneggiata da Mazzei) che uscirà prossimamente per NovelComics».

Gilbert Gallo «Come è scritto sul sito di Savage World Italia, sono un supereroe con doppia identità: di giorno regalo sorrisi coi miei superpoteri d’odontoiatra; di notte immagino e scrivo storie. La mia passione è proprio viaggiare nelle storie e, quindi, è stato naturale per me interessarmi al mondo del gioco di ruolo. Ho scritto parecchi racconti e romanzi e solo dopo qualche anno ho pubblicato Gildar, insieme a Dario Lepore, per l’Arco e la Corte e WIP Edizioni. Avevo diciott’anni all’epoca, ne è passata d’acqua sotto i ponti. Successivamente ho scritto Mythos (per Rose&Poison), che ha avuto anche una edizione inglese per Savage World recentemente; infine ho collaborato anche alla realizzazione di Cyberpunk V3».

Daniele Solfrini «Sono un Bresciano emigrato nel Cremasco. La cosa carina è che tutti e tre copriamo l’intera Italia, nord centro sud. Nasco come disegnatore presso la Scuola del Fumetto di Milano, Fumetto Realistico; il corso fu sviluppato per dare una formazione sia nel disegno che nella sceneggiatura, con grandi nomi (Michele Foschini, Maurizio Rosenzweigh, Diego Cajelli, Alberto Ponticelli, Antonio Campo). Uscito dalla scuola ho cercato per qualche anno di mettermi in gioco nel campo dei fumetti; senza alcuna nuova, ho deciso di darmi all’illustrazione e ho iniziato a collaborare con District Games, per la quale ricopro ora il ruolo di art director. Ci occupiamo di giochi da carte, in scatola e di ruolo e anche romanzi: recentemente abbiamo creato il setting di Warage (gioco di carte, ndr) per Savage World insieme a Gilbert e Simone Raspi. Il manuale si chiama Warage – L’Alba degli Eroi».

S.G. «Com’è nato l’incontro con l’arte del fumetto per voi?».

Michele «Ho sempre letto fumetti. Da piccolo leggevo molti manga, poi un professore mi ha regalato Cthulhu di Breccia e da lì ho aperto il mio range di letture: dall’underground fino al mainstream. Certo, l’incontro vero con la tavola è stata grazie a Marcello».

Gilbert «Io sono il più mainstream di tutti: ho iniziato con Topolino. Ero pure abbonato, per dire! La mia vita è cambiata quando, a casa di un amico, ho scoperto il fumetto di DevilMan e così ho capito qualcosa di più (anche perché non ero un bonelliano). Negli anni successivi mi sono aperto anche ai classici Marvel/DC, ma mai avrei pensato di finire a co-realizzarne uno».

Daniele «Anche io da Topolino; io ho imparato a leggere su quel fumetto! Poi non ho più avuto interesse per quel mondo fino ai 12 anni quando un compagno di classe belga mi passò un fumetto di DragonBall in francese. Ho iniziato a replicare i disegni, ad inventarne di nuovi e impostare il mio percorso di vita per diventare disegnatore. L’amore vero per il fumetto l’ho riscoperto in accademia, anche se poi la vita mi ha portato altrove… fino ad ora!».

Gilbert «Oh, anche io ricopiavo Topolino! Come disneiano non ero malaccio…».

10845724_939077022798700_2453683752529918563_oS.G. «Com’è nato Sancta Sanctorum? E come il fumetto?».

Gilbert «Il romanzo nasce con il mondo dei giochi di ruolo: l’idea di avere dei santi protagonisti di saghe fantasy era un’idea che mi balzava nella testa da tempo e che ha preso vita solo grazie a Giochi di Ruolo Italia. Cosa successe? La WildBoar insieme al sito lanciò un contest, Penne di Cinghiale, per un romanzo inedito; io partecipai con Sancta Sanctorum e vinsi! Ci credetti molto, però la storia (per mille vicissitudini che stento a capire) mi porta a non vedere il romanzo pubblicato. Siccome ero un non-professionista, logicamente aveva bisogno di revisioni. Revisioni che sto curando ora. Dopo aver incontrato però Daniele e Michele abbiamo deciso di creare una graphic novel, cosa che in molti mi dicevano potesse essere la scelta migliore».

Daniele «Un giorno Gilbert mi chiama e mi racconta di un libro che ha scritto e dice: “Poi mi racconti come si fa a fare un fumetto”. E io innocentemente mi sono messo a spiegare tutto: cercare disegnatore, propore l’idea, fare un soggetto… io pensavo fosse una discussione a tempo perso. Invece no! Gilbert iniziò a spingere per realizzarlo e, casualmente, nello stesso periodo avevo preso contatti con Michele per altri progetti che non erano andati in porto. Lo chiamai, si rese disponibile e realizzammo le prime tavole di prova!».

Michele «Hanno detto tutto loro! Cosa posso dire? A me è piaciuto subito il setting e i personaggi e ci siamo messi a lavorare sui personaggi e sulla storia».

S.G. «Come nascono i personaggi e i luoghi del fumetto rispetto al romanzo?».

Michele «Personalmente, appena ho visto il materiale di base (sinossi e schede dei personaggi), in realtà mi sono subito fomentato! Sui personaggi l’idea è stata un po’ un confronto tra noi tre, anche se fin da subito pensavo a queste creature dal taglio deciso: Ho deciso di utilizzare una tecnica d’inchiostrazione classica, pennello e pennino, inchiostro su carta e colori digitali. A livello grafico cerco di caratterizzare ogni personaggio differentemente sia a livello anatomico che espressivo, non mi piace avere personaggi troppo somiglianti tra di loro».

Gilbert «Mi ricordo che in prima stesura avevo mandato a Michele delle schede dei personaggi… simili a quelle dei giochi di ruolo! Per me il gdr entra subito in tutto ciò che faccio».

Michele «Guarda, questa cosa delle schede è stata una bella trovata. è stato subito chiarificante».

Gilbert «Dai, ti mando la prima copia della prima scheda del primo personaggio! La cerco e la invio!».

S.G. «Come avete lavorato allo storyboard dalla sceneggiatura e dal romanzo?».

Daniele «Io vengo da una realtà in cui già avevo curato progetti con più pubblicazioni in parallelo. Ero quindi tranquillo sul lato romanzo e fumetto. La cosa nuova è: vogliamo proporre un nuovo modo di lanciare il fumetto (o sfruttare un modo che già si sta diffondendo). Abbiamo realizzato una proposal tramite cui abbiamo iniziato a cercare un editore per pubblicare. Io mi sono occupato di organizzare la cartella con le idee di Gilbert e le tavole di Michele, così da far conoscere il progetto e ottenere una pubblicazione. Non posso dire che sia stato strano dunque lavorare in modo atipico… perché è nato proprio così il progetto di Sancta Sanctorum!».

Gilbert «Non essendo un professionista del fumetto, non sapevo nulla; sulla ricerca dell’editore e il resto: zero. L’idea del proposal mi è sembrata dunque vincente, fin dall’inizio. Era molto simile al mondo dei gdr in cui fai vedere dei personaggi predeterminati da giocare, da provare. Poi è stata interessante dover scegliere una scena da rappresentare nelle due tavole: lì è diventato per me la ricerca di un momento del romanzo che aveva colpito il pubblico, che poteva colpire e che aveva colpito me».

Michele «La scena era molto funzionale: abbiamo scelto un momento del romanzo in cui si vedono tutti i personaggi, una certa caratterizzazione psicologica degli stessi e, attraverso quel che fanno (azione), mostra un pezzetto di mondo. Una carta vincente!».

11401063_953667551339647_812375932214315216_nS.G. «Dite una cosa fica del fumetto».

Michele «I personaggi! I cattivi poi… sono molto interessanti. È tutto molto fico. Lo disegno con molto piacere. Ma tornando seri: per quanto riguarda la presentazione di Sancta Sanctorum, io ho cercato di fornire e inserire nel proposal anche illustrazioni che andavano al di là delle due tavole per far percepire un po’ della profondità del fumetto. L’atmosfera, ad esempio, che si potrebbe vedere».

Gilbert «Secondo me è il dilemma morale, che c’è anche nel romanzo. Non è così ovvio chi sono i buoni e chi sono i cattivi; anche se il lettore è portato a “tifare” per i protagonisti. Tenete conto che il setting è…

S.G. «Esatto, descrivici il concept di Sancta Sanctorum!»

Gilbert «Alcuni anni or sono, senza alcun preavviso, sulla Terra apparvero gli Oscuri, creature demoniache affamate di anime umane. In breve tempo decimarono la popolazione mondiale ma, quando tutto sembrava ormai perduto, ad un giovane vennero donati incredibili poteri divini. Egli si nominò Pontefice dell’unica fede, fondando così la Nuova Chiesa Dei Invicti Operae. Guidato dalla parola di Dio, il Pontefice risvegliò gli spiriti dei Santi dalle loro Reliquie. La Nuova Chiesa si scagliò contro gli Oscuri e, dopo anni di guerra senza quartiere, le forze del Signore riuscirono a debellare la minaccia che incombeva sull’umanità. Oggi la vita continua sotto la guida ed il controllo della nuovo Pontificato, ma dissidi interni, correnti eretiche e ribellioni alla rigidità delle leggi divine sono all’ordine del giorno; come se non bastasse, gli Oscuri, anche se sconfitti, sono ancora una minaccia concreta. La Nuova Chiesa Dei Invicti Operae ha istituito uno stato di polizia, affidando ai Santi, sostenuti da stormi di Angeli Crismatici, il compito di mantenere l’ordine e di proteggere il popolo da tutti i nemici, siano essi esterni o interni al Pontificato. Il popolo cerca di sopportare le regole imposte dalle creature divine, non sempre con ottimi risultati, ma in generale la situazione sembra stabile. Esiste inoltre una tipologia differente di esseri divini: i Martiri. Questi potenti ibridi uomosanto sembrano poter usufruire di enormi poteri legati alla figura sacra che li rappresenta, ma vivono come fuggitivi, braccati dalla più ramificata e organizzata Chiesa del Pontefice che li ha bollati come eretici. Proprio i Martiri saranno al centro delle vicende raccontate in Sancta Sanctorum. La storia segue il giovane Taro, ragazzo un po’ scapestrato e ingenuo ma di buon cuore, che diventa vittima dei giochi di potere e della lotta intestina tra Chiesa e Martiri. Suo zio, Vescovo di Torino, aiuta i Martiri a sabotare le intenzioni del pontificato, che segretamente si adopera affinché l’armageddon possa compiersi secondo quella che il nuovo Pontefice è convinto essere la volontà di Dio. La Sacra Sindone è stata trafugata e sostituita proprio dal Vescovo, ma il Santo protettore della città, Giovanni Battista, scopre il furto e condanna al rogo Taro, corriere clandestino a sua insaputa, e suo zio. Solo l’intervento dei Martiri impedisce che i due perdano la vita, e nella confusione dello scontro, aggravata anche dalla comparsa di un Oscuro gigantesco, Taro si fonde con la Sindone, diventando l’avatar del Messia. Giovanni Battista comprenderà in quel momento di trovarsi di fronte all’operato di Dio e che il Pontefice ha in realtà smarrito la via. Una sequenza di avvenimenti si metterà così in moto, con il pontificato a caccia dei Martiri che, nel frattempo, viaggieranno per il mondo alla ricerca di alleati e di un modo per fermare il folle piano del Pontefice. Strada facendo, Taro scoprirà che cosa significhi essere l’avatar dell’Agnello di Dio. In questo scenario travagliato si svolgono le vicende dei Martiri: troppo divini per essere dei semplici umani, ma troppo imperfetti per essere dei Santi. Perseguitati dalla Nuova Chiesa e tentati dagli Oscuri, i protagonisti affronteranno difficili scelte al confine fra bene e male che metteranno continuamente alla prova la loro Fede. Chi di loro è l’Anticristo? Da che parte si schiereranno? Bisogna decidere in fretta, l’Armageddon è imminente…».

S.G. «Ecco, forse così ci è più chiaro tutto!».

Gilbert «Per tornare a noi: il dilemma morale non viene esplicitato nelle due opere ed è proprio questa ambiguità a generare a mio parere riflessioni da parte dei lettori».

Daniele «A me è rimasto da dire che la cosa fica è il metodo di sviluppo e produzione. Invece di fare come è abituato il mondo del fumetto (con tutta la storia dei dipendenti delle case editrici e dei lavori commissionati), abbiamo provato con un progetto che nasce dal mondo dei giochi. L’idea del proposal di cui parlavo, ecco. Poi pensiamo anche di presentarci ad editori esteri, sempre pensando all’affinità tra trama, disegni e casa editrice a cui ci proponiamo. In parallelo la campagna virale: abbiamo già tanti follower nonostante non vi sia ancora una pubblicazione».

S.G. «Un fumetto e un romanzo a testa che secondo voi ha inspirato Sancta Sanctorum».

Gilbert «Fumetto (anime): Cavalieri dello Zodiaco. Romanzo: Codice da Vinci e American Gods».

Daniele «Come approccio al lavoro, come fumetto Blacksad. Il legame è: il primo numero di quel fumetto è molto semplice, sia nella sceneggiatura che nella posizione delle vignette. Quindi: partire dalle cose più semplici. Romanzo: L’Occhio nel Cielo di Dick».

Michele «Se dovessi pensare a delle opere ispiranti non riuscirei a rispondere… ne ho talmente tante… sicuramente i Cavalieri dello Zodiaco, anche per la materia trattata. Per lo stile a qualcosa di francese, sono d’accordo con Daniele anche per la motivazione; per la struttura delle tavole con vignette che si sviluppano anche in orizzontale. Come “romanzo” mi sono venuti in mente spesso i Vangeli Gnostici».

S.G. «Qualche evento che volete ricordare al pubblico?».

Michele «Beh, mi vedrete al Lucca Comics, ma non ho ancora niente di sicuro. Rimanete all’ascolto».

Daniele «Idem per me: prossimamente avremo date e luoghi più certi, anche se certamente a Lucca Comics ci saremo per altre ragioni tutti e tre. Saremo senza dubbio al Mantova Comics 2016, è un obiettivo fisso per poterci aprire la strada ad una pubblicazione».

Gilbert «Vorrei segnalare al pubblico la mia ultima impresa, alla quale stanno partecipando molti altri autori famosi fra i quali il “mitico” Andrea Angiolino: un manuale di gioco di ruolo moderno-mitologico dal nome Olympus Inc. Al momento stiamo effettuando una raccolta fondi su Kickstarter e ognuno di voi è invitato a partecipare per rendere possibile questo progetto!».

Saluto i miei tre intervistati e mi rilasso un poco nel chiudere Skype. Mi rilasso perché so di aver tempo per rivedere tutto, anche quello che non inserirò nell’intervista: passeranno settimane prima della sua pubblicazione, ma tremo dalla voglia di renderla pubblica – di lasciarla libera nell’etere assieme alla sua rubrica… per vedere poi l’effetto che fa sulla gente! E se davvero la state leggendo, beh non posso che ritenere il mio compito eseguito e augurarmi di ritrovarvi qui, su UnderArt, per la prossima intervista!

Alcuni link per approfondire:

spirito giovane

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