TRA RETORICA E POLITICA

Lo scorso 7 marzo 2011 il Sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, ha inviato a UAU magazine queste sue considerazioni sulla situazione politica di ben due anni fa. Questo pezzo può essere giudicato ancora attuale, soprattutto alla luce degli ultimi accadimenti politici? Decidete voi!

di Alessandro Cattaneo (Sindaco di Pavia)

Politica “nuova”, cambio generazionale, largo ai giovani: di slogan e ritornelli simili se ne sentono tanti, tutti nel segno della speranza di una politica che riesca davvero ad innovare il nostro Paese. Qual è il problema? In primis il distacco sempre più marcato tra il cittadino e la politica stessa. Mi capita, spesso, di ascoltare talk show politici e ho notato un fatto preoccupante: in tante occasioni gli interlocutori sembrano discutere di un mondo a parte, mettendo al centro del dibattito proprio quelle logiche della politica che io definisco con la “p” minuscola. É quel modo autoreferenziale di interpretare la politica, come se fosse un teatrino in cui l’importante è recitare bene, mentre il cittadino diventa uno spettatore senza diritto di replica. É proprio per questo che, a lungo andare, il cittadino si stufa di uno spettacolo talvolta noioso, al quale non sente più il dovere di partecipare. Ed è in questo momento che si innesca l’antipolitica, uno spirito solo apparentemente ribelle e battagliero di guardare alla politica, che tanti osservano con interesse ed entusiasmo e che, invece, a mio parere rappresenta il momento più basso della politica. E quando parlo di Politica, mi riferisco a quella con la “P” maiuscola. Se l’antipolitica è barricarsi sui tetti di un palazzo piuttosto che mettere a ferro e fuoco una città come è tragicamente capitato a Roma poco tempo fa, non mi interessa e non fa il bene di nessuno. É “distruzione”, “estraniazione” e “immobilismo”, mentre la Politica, a tutti i livelli, deve essere “costruzione”, “partecipazione” e “dinamismo”. Costruzione perché a fronte di ogni protesta deve esserci una proposta: urlare il malcontento è sempre legittimo, ma mai deve essere un atteggiamento fine a se stesso; partecipazione e dinamismo perché soltanto quando si entra nella politica e quando si afferma la propria opinione si ha la possibilità di ottenere risultati e di crescere. É la differenza tra la politica fatta sempre e comunque “contro” e la politica che si affronta invece “per”. La Politica “per”, certo, è più faticosa, richiede idee e soprattutto impegno per trasformarle in proposte concrete e per trovare il modo migliore per realizzarle. Ma è l’unica strada per innovare davvero, a fronte di una politica “contro” a tutti i costi che oggi è soltanto conservatrice, statica e non rappresenta in alcun modo lo spirito innovativo tipico dei giovani.

E, si badi bene, parlare di Politica in questo modo è tutt’altro che retorico, è anzi declinabile concretamente a tutti i livelli, Pavia compresa. Insieme all’Università, per esempio, abbiamo finalmente dato il via, dopo tanti anni, al progetto concreto di Polo tecnologico che avrà riflessi importantissimi proprio su tanti giovani bravi che meritano, così come da luglio introdurremo finalmente la raccolta differenziata in città, o ancora invece di parlare di “spazi” per i giovani come se fossero riserve indiane abbiamo aperto il Castello Visconteo a tantissime iniziative e, nei fatti, stiamo costruendo una città che, più che offrire “spazi” ai giovani, rappresenti un grande “spazio” nel quale tutti possono proporre, creare e organizzare eventi e momenti di incontro. L’esempio più lampante di una buona Politica “per” lo abbiamo voluto dare con il bilancio comunale che abbiamo recentemente approvato. É questo un momento difficile per tutti, in cui le risorse non sono mai abbondanti, ma la Politica proprio in questi frangenti deve mostrare la sua faccia migliore e invece di nascondersi dietro alibi fin troppo facili, deve portare a fare scelte anche coraggiose. “Fare meglio spendendo meno” è stata la nostra filosofia, senza alcuna paura dei cambiamenti che purtroppo spesso sono difficili da contestualizzare. E allora ecco che invece di fare drammi, ci siamo impegnati immediatamente per efficientare e ottimizzare il lavoro in tutti i settori, convinti che con il coraggio delle scelte e l’impegno concreto per migliorare, si possa costruire la Pavia del futuro che tutti vogliamo. Facendo politica, davvero, “per” la nostra Pavia.

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