Brave Young Spirit: Spirito Giovane intervista i Mataleon

Mataleon uaumag

Spesso e volentieri è necessario, per motivi tecnici, eseguire interviste senza vedersi ma solo sentirsi. Non è una cosa che odio e che mi infastidisce; anzi, a volte ti stimola la fantasia. Devi cercare di visualizzare le facce dietro l’avatar colorato di questo o quel servizio di videochat. Di primo acchito può sembrarti strano e le parole possono non uscire di bocca. Poi dipende molto dagli intervistati e le voci di Tommaso e Andrea dei Mataleòn sembrano darmi il coraggio necessario per spiegargli chi sono, cosa faccio e dirgli che ho trovato molto interessante il loro EP.

S.G. «Ma dunque… qual è la prospettiva di una idea? [Titolo dell’EP, ndr]».

Tommaso Di Blasi: «La prospettiva di una idea rappresenta quello che siamo noi quattro nella vita di tutti i giorni, dalle abitudini personali ai propri gusti musicali. Ognuno ha messo del suo nell’EP e ognuno ha avuto la sua idea per costruire le canzoni all’interno. Ho proposto il nome, spiegando proprio questo suo significato, ed è piaciuto! Poi abbiamo lavorato molto sul concetto, dal quale è nato il progetto grafico e la copertina dell’album; The Tape Agency, nello specifico Giorgia Brandolese e Francesco Pucci, hanno reso possibile tutto questo. La copertina è stata invece ideata da Elisa Stagnoli e ci ha aiutato a cogliere in pieno qual era il nostro desiderio».

S.G. «Qual è il vostro genere? Sempre che siate inclini alle “etichette” …».

Andrea Giuliani «Stiamo tra rock e metal. Sul motivo per cui diamo il genere… dovevamo contestualizzare qual era il nostro lavoro e, anche se per noi si avvicina di più quasi al metal, alla fine il cantato italiano smorza parecchio il nostro ascolto; quindi abbia deciso di dare un taglio a tutto e, anche per motivi di pubblicazione e commercio, abbiamo scelto alternative rock».

S.G. «Testi italiani: vi hanno aperto strada o intralciato il cammino?».

T.D.B. «Premessa! I Mataleòn nascono dalle ceneri di un altro progetto chiamato Pornology; i testi erano in inglese e abbiamo pubblicato un album a fine 2009 che è andato discretamente bene, distribuito in digitale. Per un cambio di line-up ci siamo fermati un pochino per cercare dei nuovi membri. I Mataleòn sono nati nel 2012 lanciando il singolo Fuoco nella Testa. Abbiamo subito avuto una frenata per il cambio line-up dei due chitarristi. Per un anno e mezzo abbondante siamo rimasti fermi per trovare il quarto membro, ovvero Andrea. Abbiamo fatto delle prove insieme e ci siamo trovati bene, sia a livello musicale che umano, e da allora è stato… così! Chiusa la permessa! Provando e riprovando ci siamo riproposti la domanda: è giusto cantare in inglese senza una padronanza totale della lingua? Così abbiamo provato a fare quel pezzo in italiano che è servito per lanciare il progetto Mataleòn».

A.G. «Fin dall’inizio del percorso verso l’EP ci ha seguito Olly Riva, che è anche il nostro producer, e abbiamo capito che poteva funzionare!».

T.D.B. «Io sono un amante del rock italiano e sapevo che era nella mie corde. Anche gli altri membri sono stati contenti del risultato e, dopo l’ingresso di Andrea nella band, abbiamo lavorato direttamente sull’EP integrando l’italiano. La sfida è stata proprio questa, perché la gente ti capisce e non giudica più solo per orecchiabilità. Questa formula secondo me può funzionare, così come è stata proposta, cioè creando una immagine nei ritornelli e lasciando molto spazio all’ascoltatore per immedesimarsi in ciò che sto raccontando. In tutti i live che abbiamo fatto dalla presentazione dell’EP, avvenuta il 2 Aprile al Rock’n’roll di Milano, il feedback è stato buono».

S.G. «Da cosa nasce il nome Mataleòn?»

A.G. Dalla passione del nostro batterista Daniele per un’arte marziale brasiliana chiamata Submission Grappling; ci parlava di queste mosse pazzesche e della filosofia di quest’arte marziale nella quale c’è il furore agonistico, ma anche un profondo rispetto dell’avversario. Se n’è uscito con questa mossa chiamata mataleòn, tipica di questa arte marziale. Suonava bene, non viene associata subito all’italiano e può però essere letta in chiave internazionale. È piaciuta subito!».

S.G. «Com’è l’esperienza di registrazione? Cosa vi sentite di dire alle band emergenti che si approcciano ad un EP come avete fatto voi?».

T.D.B. «Allora, con i Pornology c’è stata la nostra prima esperienza in studio, con tutti i momenti felici e turbolenti che ci possono essere dentro. Da quella registrazione, nel corso degli anni, abbiamo studiato molto e cercato prepararci per il futuro. Una cosa che facciamo sempre è registrarci durante le prove, perché sviscera bene cosa c’è di buono e di cattivo; e se il cattivo può essere migliorabile o bisogna scartarlo. Inoltre noi siamo stati affiancati da un producer che ha fatto insieme a noi un percorso notevole, un buon lavoro di ricerca sul suono delle chitarre prima della registrazione ad esempio; aiuta molto!».

A.G. «Insomma, facendo così sapevamo bene cosa volevamo prima di entrare a registrare».

Mataleòn - Prospettiva di un'idea - uaumag

S.G. «I miei complimenti, la qualità dell’EP è veramente alta!».

T.D.B. «Grazie! Guarda, non dico che non sia stata una sorpresa la qualità dell’album che ne è uscito! Però qui devo citare anche il mastering, avvenuto nel Green River Studio con Tancredi Barbuscia, su un banco totalmente analogico. Nel nostro piccolo è stato anche un investimento economico e volevamo ottenere il massimo da questo sforzo; per ora è una passione, ma negli anni abbiamo lavorato e lavoreremo ancora per poterci togliere qualche piccolo sfizio».

S.G. «Avete mai partecipato ad un contest o intendete farlo?».

T.D.B. «Abbiamo giusto da poco partecipato ad un contest, il Rocking in The School… vicendolo! Il premio è l’apertura di una data al Brianza Rock Festival, che si terrà nell’area dell’Autodromo di Monza. Apriremo il 12 Giugno ai Bluvertigo, mentre l’altra band che ha vinto quest’anno aprirà agli Afterhours e il vincitore dell’anno scorso ai Subsonica».

S.G. «Caspita! Complimenti vivissimi ragazzi e in bocca al lupo! Ma alla fine… siete coraggiosi o giovani (nel senso di innovatori)?».

T.D.B. «Andrea mi smentirà subito, ma secondo me siamo più coraggiosi; comunque sia, poche band in Italia hanno approcciato in italiano questo genere. Non siamo gli unici, però questo sound aggressivo con testi italiani… è una grande sfida, insomma! Siamo contenti che l’EP stia ottenendo un buon successo, anche di vendite».

A.G. «Concordo e non smentisco la risposta!».

Dopo qualche chiacchiera lascio i due Mataleòn al loro destino, che per me è semplicemente il suono del programma mentre spegne la chiamata. Quel suono mi fa immaginare cose che non ci sono, forse già vedo un palco e una band a suonarci sopra.

Un grande palco.

Spirito Giovane

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